Papa Francesco ha nominato don Alberto Torriani Arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Papa Francesco ha nominato don Alberto Torriani Arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Carissimi fratelli e sorelle nella fede, carissimi confratelli nel ministero, carissime consorelle nella comunione dei carismi,

vi scrivo questo saluto mentre il turbinio di emozioni e il tumulto dei pensieri non si sono ancora placati nel cuore. Non vi nascondo che anche qualche lacrima ha solcato il mio volto dopo aver ricevuto dal Santo Padre questa nomina come vostro nuovo pastore perché ne sento la sproporzione ma anche la grazia del dono. In questi giorni di trepidazioni e di attese, di immaginazioni e curiosità, di ascolti e di organizzazioni, ho trovato nelle parole di Italo Calvino una forma ai pensieri rincorsi e alle parole spesso zoppicanti, orientando scelte e incoraggiando passi.   All’ingresso del mio ufficio da dove vi scrivo c’è un cartello con questa citazione, una sorta di “biglietto da visita” in ingresso.

Sui normali biglietti da visita, su questi piccoli cartoncini che si mettono nel portafogli, spesso colorati e talvolta aggraziati con qualche immagine o simbolo, sono riportate le informazioni principali di una persona, i suoi contatti, i suoi luoghi del lavoro, le sue appartenenze, le sue responsabilità… Poche informazioni utili, da tenere in memoria e che servono per contatti successivi, più approfonditi, per memorie di calendario o futuri da progettare insieme. I prossimi giorni e le prossime settimane saranno tempi in cui ciascuno cercherà reciprocamente i ‘biglietti da visita’, a caccia di notizie, di informazioni, di giuste curiosità e lecite attese. In quel romanzo citato da quelle righe, il protagonista esploratore (Marco Polo) si ritrova alla fine del suo viaggio a dover raccontare all’imperatore tutte le città che ha visitato, i posti che ha visto, le storie che ha ascoltato e le persone che ha incontrato e che hanno abitato pezzi del nostro cuore e delle nostre memorie. Nella descrizione – e qui viene il bello – si attarda a descrivere vie e porticati, strade e gradini… eppure dice che raccontare tutto questo è come descrivere il nulla. Il segreto di quelle città immaginarie sono le relazioni.

Cosa vuol dire? Che tutto ciò che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane raccoglieremo di informazioni e racconti reciproci sarà sempre la parte residuale di un tutto più grande visitato dalla creatività dello Spirito. Qui è scritta la ‘città’, ma mi piace sostituire questa parole con ‘la nostra Chiesa di Crotone – Santa Severina’: questa comunità raccolta attorno al Vangelo di Gesù ha il suo motore nelle relazioni buone e vere tra le persone che la abitano, tra le Istituzioni che ne garantiscono il funzionamento, tra le generazioni che ne segnano la vivacità, tra i luoghi che ne definiscono i confini… e credo di poter continuare a lungo questo elenco.

Nel vangelo di Giovanni c’è un racconto che voglio qui rilanciare: è al capitolo 21. Lì è descritto un incontro tra Gesù e alcuni suoi discepoli sulla riva del mare di Galilea, ignari costoro che Lui fosse il loro maestro Risorto. Ad un certo punto lo sconosciuto li saluta con una domanda: ‘Avete qualcosa da mangiare?’. Che vuol dire anche: ‘Avete di che vivere?’ . Gesù si interessa di loro, alle loro vite concrete.. e loro si sentono da Lui conosciuti. Questa domanda sorprendente fa venire voglia di dare fiducia a questo sconosciuto che è Gesù.

Fa venire voglia di prendere sul serio le parole di Papa Francesco quando invita a coltivare la passione dell’incontro e farla divenire così lo stile del nostro essere Chiesa. Sarà questa la mia prima preoccupazione dei prossimi mesi. Ripenso a quell’incontro all’alba – così come scritto nel Vangelo – e a quella domanda, immaginandola che risuona sulle coste del nostro mare, o suoi monti della nostra campagna, o nelle strade della nostre città o nei saloni, nei cortili e nelle Chiese delle nostre parrocchie e comunità, così come nelle cucine e nelle stanze delle nostre case.

So che molti hanno preparato il nostro incontro con operosità nella preghiera e nella corresponsabilità ecclesiale affinché continuasse la fase profetica del Cammino Sinodale in vista anche del Giubileo della Speranza del 2025 che per la nostra comunità diocesana vuol dire l’arrivo di un nuovo Pastore.

Ringrazio qui S.E. Mons. Maniago per la cura alla nostra Chiesa Diocesana di questi mesi, così come chi mi ha preceduto nel ministero pastorale S.E. Mons. Panzetta. Vorrei concludere questo mio primo saluto imparando a fare mie le parole della preghiera per l’inizio del nuovo anno pastorale, chiedendo a voi di continuare l’attesa vigile e operosa del nostro incontro, e così come è scritto nella preghiera vi chiedo di affidarmi in particolar modo all’intercessione della Madonna di Capocolonna e ai nostri santi patroni Dionigi e Anastasia. Il Signore vi benedica tutti!

Don Alberto Torriani, Arcivescovo eletto di Crotone-Santa Severina

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *